Il rinnovo del contrato dell’industria metalmeccanica del 2015 che ha cambiato le regole della rappresentanza e il concetto di prtecipzione. Nelle parole di alcuni dei suoi principali protagonisti.
Adam è il protagonista di una storia vera, accaduta a Torino nel 2019. La sua vicenda è entrata a far parte di un progetto di recupero lavorativo e abitativo che ha coinvolto ottocento migranti africani, offrendo loro una reale opportunità di integrazione.
«La fabbrica senza l’uomo è una fabbrica stand alone. Semplicemente impossibile».
(Ge Avio Aero)
«Industria 4.0 è un metodo potente per ridurre i costi di produzione, ma se questa tensione non è già inorigine nella filosofi a dell’azienda, è molto difficile introdurla, perché occorre una speciale predisposizione nei processi e nella mentalità».
(Intercable)
«Il progetto degli esoscheletri nasce dalla consapevolezza che svolgiamo un lavoro usurante. È una soluzione ad alta responsabilità sociale perché permette alle persone di mantenersi dentro il processo produttivo e la prestanza fisica non diventa un fattore di discriminazione».
(Gruppo Cft)
«Quando hanno messo in piedi il nuovo magazzino dicevo “perché lo fate?”. Ma ora se ci penso
mi sembra un incubo come lavoravamo prima. Se ho nostalgia? Devo dire la verità, proprio no».
(Lima Corporate)
«Paradossalmente, se un laureato arriva senza sapere niente del lavoro è un vantaggio. La cosa che cerchiamo è una metodologia orientata al miglioramento continuo. Questi ragazzi sono dei pionieri per effetto dell’esperienza che fanno con noi».
(Ge Avio Aero)
«La trasformazione digitale implica di saper coordinare i tre assi portanti dell’impresa, cioè persone,
processi e strumenti; nessuno può funzionare senza gli altri, e la parte viva sono le personei».
(Lima Corporate)
«La digitalizzazione ha cambiato il modo di lavorare del manutentore, riduce i tempi di intervento, di gestione dei problemi. Quando al mio posto ci sarà un neodiplomato, diventerà subito efficace; però si allungherà il suo tempo di formazione nel gestire i problemi non codificati».
(Sariv)
«Abbiamo trasformato persone abituate a fare lavori manuali in persone che conducono l’impianto,
e questo ha richiesto tempo di maturazione. Hanno acquisito competenze che permettono di ragionare in modo diverso».
(Lima Corporate)
«La trasformazione digitale implica di saper coordinare i tre assi portanti dell’impresa, cioè persone,
processi e strumenti; nessuno può funzionare senza gli altri, e la parte viva sono le personei».
(Lima Corporate)
«Abbiamo un tecnico informatico che fa i corsi di computer agli anziani in parrocchia. Lo abbiamo formato per fare il formatore, così è nato un corso pilota di informatica per i non addetti ai lavori».
(Pedrollo)
«Nelle aule parlamentari non c’è una buona conoscenza di questi processi, c’è la paura del cambiamento che porta via posti di lavoro, ma poco ci si sofferma sulle trasformazioni che interessano la società».
«Io non le chiamo nemmeno più soft skills, le chiamo caratteristiche della persona. Includono la capacità di non scoraggiarsi al primo errore e non invadere l’organizzazione di una sensazione di problema; di valorizzare l’innovazione all’interno condividendo le informazion».
«Il sindacalista 4.0 dovrà saper parlare di organizzazione del lavoro, formazione, orari, inquadramento,
uso della tecnologia per la conciliazione vita-lavoro in modo nuovo».
«Industria 4.0 non significa fabbrica, ma aiutare gli imprenditori a capire tutto il potenziale che ci sta dietro».
«Nella transizione occorre ascoltare ciò che le persone hanno da dire, facendosi paladini dell’integrità e dell’etica in azienda come a nessun’altra funzione è richiesto».
«Nella nostra visione 4.0 il sistema si autogestirà in funzione dell’arrivo degli ordini, saprà aumentare la capacità, aggiungere partnership, direzionare processi e attività all’interno della produzione».
Corso e laboratorio esperienziale per personale dei settori Sales e Business Development. Affronta il problema della vendita complessa, alla luce dei principi base delle metodologia lean startup e del golden circle.
Corso di approfondimento per manager business, responsabili innovazione, responsabili trasformazione digitale e strategia d’impresa, direzione acquisti. Focus sulla filosofia e gli strumenti della open innovation per lo sviluppo d’impresa.
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L’impresa ibrida è ancora una rarità ne panorame degli attorini economici del non profit, ma già si intravvedono problemi specifici legati al ruolo sul mercato e ai processi organizzativi.
Corso di formazione per manager delle aziende del food. due giorni per comprendere le grammatiche delle principali piattaforme di social networking e per imparare a gestire o supervisionare in maniera efficace la presenza del brand in ambiente digitale.
Corso di formazione per dirigenti che presenta alcune tecniche e metodi innovativi e creativi per attuare e condividere con i team di lavoro progetti di innovazione in azienda.
Corso di approfondimento per manager del settore risorse umane, presenta soluzioni tecnologiche dell’industria 4.0 applicate la settore Hr e alla promozione del benessere organizzativo.
Voyage dans l’industrie du futur italienne. Transformation des organisations et du travail. La traduzione francese di Industria 4.0 a cura degli editori La Fabrique de l’industrie e Presses des Mines.
Percorsi di formazione specifica e professionalizzante, counceling e accompagnamento al lavoro per giovani in cerca di occupazione. Una opportunità di formazione on the job e tirocinio retribuito in aziende del territorio finanziati da Fondazione CRT.
Percorso formativo per dirigenti sindacali della Cisl Piemonte sulle trasformazioni socio-tecniche messe in atto dalla trasformazione digitale, e il relativo impatto su lavoro e contrattazione.
Finanza e competenze digitali, diritto del lavoro e strumenti di marketing. L’alfa e l’omega di una traiettoria formativa che descrive il management dellla nuova impresa sociale.
Quando una impresa, di qualsiasi tipo o settore, si mette in moto per innovare, al centro del meccanismo c’è sempre un trasformatore.
Cooperative e imprese sociali di seconda generazione cercano una propria interpretazione originale alla managerializzazione e al mercato, reinterpretando modelli alla luce di una visione ad impatto sociale. Mentre nelle multinazionali, come nelle aziende del capitalismo imprenditoriale italiano, prende piede un modo diverso – e diffuso – di interpretare il rapporto con le proprie comunità di riferimento.
Diversità è da sempre una parola di riferimento nel terzo settore, ma da qualche anno questo termine, col suo orizzonte di valori e di prassi, sta diventando popolare anche nella ligua delle imprese e della tecnologia. Che lavorano sull’inclusione soprattutto perchè conviene.
Nella sola Ue si producono ogni anno più di 2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti che rappresentano la sfida dell’economia circolare, un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo, estendendo la vita dei prodotti. All’incontro fra alta tecnologia, nuovi modelli di business e sostenibilità nei consumi, quattro imprese molto particolari ci parlano di quel che sta già accadendo nei loro laboratori di ricerca e sui mercati.
Nella sola Ue si producono ogni anno più di 2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti che rappresentano la sfida dell’economia circolare, un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo, estendendo la vita dei prodotti.
Diversità è da sempre una parola di riferimento nel terzo settore, ma da qualche anno questo termine, col suo orizzonte di valori e di prassi, sta diventando popolare anche nel mondo delle imprese, specialmente quelle più grandi. Che lavorano sull’inclusione soprattutto perchè conviene.
Il rapporto fra tecnologia e terzo settore resta incompiuto, nonostante la crescente disponibilità di soluzioni che coniugano bassi costi di implementazione e alte potenzialità di abilitare processi e servizi. L’introduzione di strumenti digitali e modelli d’innovazione aperta attecchiscono a rilento nel mondo dell’impresa sociale, anche se i presupposti tecnologico lo consentirebbero.
Cinquanta ragazzi piemontesi tornano dall’esperienza globale di Economy of Francesco con un bagaglio di scambi con coetanei di tutto il mondo. Si sono candidati per le ragioni più varie, soprattutto perché sono parte di una generazione global, oltre che per motivi legati all’impegno sociale e alla fede. Dovevano vedersi ad Assisi, invece hanno lavorato in 12 villaggi virtuali, discutendo e proponendo azioni per un ambizioso piano strategico di conversione economica mondiale. Il talk presenta alcuni di loro, ciò in cui credono e il modo in cui hanno lavorato.
Alcuni fra i maggiori esperti italiani di finanza per il terzo settore si confrontano in un digital talk organizzato da torinonordovest. Le prospettive vanno oltre i luoghi comuni, ma c’è un problema di liguaggio da affrontare.
Nonostante la riflessione scientifica e il dibattito sul tema della finanza sociale e della finanza d’impatto sia appena agli inizi, l’offerta di strumenti e soluzioni a misura di impresa sociale è sempre più ricca e variegata. Di fronte alla possibilità di accedere a risorse finanziarie pensate per sostenere contemporaneamente processi di sviluppo, di innovazione e di inclusione sociale, il rischio è che il terzo settore non sia pronto a prendere tutto ciò che viene offerto, perdendo l’occasione di ripensare ruoli e processi organizzativi.
Innovare significa creare una nuova offerta attuabile, coerente con i bisogni e capace di sfruttare le capacità degli attori coinvolti nel processo creativo. Favorire la creatività come processo aziendale è una via per codificare le possibili innovazioni in azienda, e individuare le potenzialità di ogni specifico aspetto del modello di business.
I Segretari generali delle tre grandi fondazioni bancarie piemontesi si confrontanosul modo in cui la filatropia si sta modificando per sostenere il terzo settore con una nuova “attitudine” imprenditoriale.
Le fondazioni di origine bancaria svolgono una funzione sempre più centrale nella determinazione delle traiettorie di sviluppo dei territori. La crescente attenzione riservata alla sostenibilità dei progetti e all’impatto durevole che si propongono di generare, sostengono il terzo settore e lo spingono a managerializzarsi per affrontare in modo più strutturato il cambiamento in atto.
L’innovazione sociale segna una discontinuità nel modo di intendere il mercato, perché intercetta una domanda insoddisfatta della società ma anche perché è portata a immaginare nuovi modelli di welfare, soluzioni più sostenibili, forme creative di ingaggio. Da qui la ricerca di nuovi modelli per comporre gli interessi tra pubblico e privato, non profit e for profit.
Misurare il valore dell’impresa non significa solo attuare l’analisi di bilancio, quanto evidenziare il rapporto causa-effetto tra performance operative e performance economico-finanziarie. Una consapevolezza che vale ancor di più nelle imprese dove reporting & accountability aziendale sono elemento centrale della missione.
La difficoltà del settore manifatturiero ad attirare manodopera o talenti e la “cattiva pubblicità” di cui gode la fabbrica. parre siano un fenomeno che colpisce anche il Terzo Settore, alla ricerca di profili professionali diversi per passare ad una fase “nuova”
Costruire i processi, rendere evidenti e condivise le attività che si realizzano quotidianamente, misurare in modo non discrezionale i risultati sono gli esercizi più difficili per l’impresa. In primo luogo perché l’impresa non è un insieme di procedure, macchine e compiti, ma un organismo complesso e differenziato, che deve operare senza strappi. In secondo luogo perché la responsabilità di raggiungere un risultato – un prodotto consegnato, un servizio portato a termine, un budget raggiunto per il benessere di tutta l’organizzazione – è una necessità così importante da sormontare ogni altro bisogno.
Le fondazioni di origine bancaria svolgono una funzione sempre più centrale nella determinazione delle traiettorie di sviluppo dei territori. La crescente attenzione riservata alla sostenibilità dei progetti e all’impatto durevole che si propongono di generare, sostengono il terzo settore e lo spingono a managerializzarsi per affrontare in modo più strutturato il cambiamento in atto.
Annalisa Magone presenta in un articolo le ragioni del progetto Atelier dell’impresa ibrida e come questo si può inserire nel processo di ibridazione tra profit e non profit.
17/4/2019
Focusgroup su formazione e rappresentanza nell’industria 4.0
18/3/2019
Incontro sul rapporto fra università e imprese per il trasferimento tecnologico
Position paper sui trend di trasformazione che stanno modificando il settore aerospaziale piemontese e gli impatti generati sul sistema.
Il timore che l’automazione di alcune attività cognitive possa diventare un problema per l’occupazione è diffuso. E non privo di una base empirica. Ma non si risolve a colpi di pregiudizi e senza studiare quello che succede sul campo. Lo fanno Annalisa Magone e Tatiana Mazali nel loro nuovo libro: “Il lavoro che serve”
La cultura del lavoro all’epoca di Industria 4.0. Un libro che è una sorta di antropologia dei nuovi modi di produrre sfata il mito distruttivo delle nuove tecnologie produttive.
Giornata di confronto fra persone provenientei dal mondo dell’impresa, della ricerca, delle rappresentanze e delle istituzioni, per discutere senza conformismi di competenze necessarie nella trasformazione digitale, di metodologie, e di come le tecnologie e i linguaggi digitali possano contribuire a formarle.
Il dibattito sull’industria 4.0 ha a lungo proposto una chiave di lettura strettamente tecnologica, ma da qualche tempo la discussione sugli effetti sociali del nuovo paradigma ha aperto nuovi interrogativi sui rapporti tra persone e organizzazioni, tecnologia e sistemi produttivi, lavoro e tempo libero, mercato e società.
Atelier per operatori delle politiche sociali e urbane, per condividere dati di ricerca, esperienze progettuali e organizzative. Organizzato da torinonordovest nell’ambito di un progetto europeo, Mindmap che coinvolge 13 città per costruire le politiche sociali del futuro.
Atelier di progettazione partecipata e fomrazione, nell’ambito del progetto europeo AlpES. Rivolto a personale dirigenziale della Regione Piemonte e di una selezione di comuni dell’area torinese (Corona Verde).
8 regioni meridionali, 100 operatori di imprese, appresentanze, istituzioni culturali, pubblica amministrazione e terzo settore coinvolti in un grande laboratori di progettazione partecipata su macro temi motore di sviluppo sostenibile sul territorio.
Le disuguaglianze di salute sono lo specchio delle disuguaglianze sociali. La città di Torino rappresenta un caso di grande valore internazionale, poiché un database raccoglie quarant’annidi dati sulla salut dei cittadini e può essere usato per rappresentare le traiettorie storiche di una popolazione.
Laboratorio e decision conference internazionale con operatori per l’ elaborazione di consenso tra decisori e stakeholder, su azioni realizzabili che portano benefici in termini di miglioramento della salute dei cittadini.
ndustria 4.0. Uomini e macchine nella fabbrica digitale è un’ottima lettura per orientarsi nel marasma del mutamento.
Bella la dedica che Annalisa Magone e Tatiana Mazali pongono all’inizio del volume: “Ai nostri padri, operai”.
All’ecosistema dell’innovazione, fatto di attori privati (imprese grandi e piccole, società di consulenza), pubblici e istituzionali (incubatori, centri di ricerca), si rivolge Inwibe, start-up specializzata nelle attività di analisi e realizzazione di programmi di innovazione tecnologica e organizzativa rivolti alle grandi imprese, con sede a Parigi. /il quadro di riferimento I programmi strategici d’innovazione delle …
Position paper sui trend di trasformazione che stanno modificando il settore aerospaziale piemontese e gli impatti generati sul sistema.
Indagine sulle imprese del made in Italy Piemontese. Dimensioni economiche, capacità delle imprese di stare sul mercato, solidità dei modelli di business, rapporto fra tradizione e innovazione.
Sostenibilità e corporate social responsability sono argomenti ai margini del dibattito italiano da almeno un decennio. Ma la sensibilità e i bisogni soiali stanno cambiano.
La ricerca indaga le dinamiche di trasformazione che hanno cambiando l’impianto socio-economico del teritorio delle Langhe e del Roero nel corse degli ultimi decenni, individuandone potenzialità e fattori critici e restituendone un quadro articolato e sistematico.
Investimenti in ricerca e innovazione in Italia e Germania. L’indagine mette i due paesi a confronto e delinea il quadro d’insieme utile algi operatori e amministratori locali.
Uno studio per conoscere i profili, i bisogni, le aspettative dei professionisti della creatività digitale (media oriented), per stimolare una riflessione sulle politiche di sostegno a tali professioni.
Intervista a Pier Paolo Baretta, ex sottosegreterio all’Economia, sui temi dell’innovazione organizzativa e il suo impatto sulla la formazione, la manutenzione delle competenze e il lavoro.
Stefano Micelli presenta in un’intervista il suo saggio Futuro artigiano, e spiega come sarà l’artigiano del futuro, come è destinata a mutare questa figura nella realtà imprenditoriale italiana.
Un’indagine esplorativa della Provincia di Torino con l’obiettivo di stimolare il distretto dell’automotive ad intraprendere azioni formative per lo sviluppo di una cultura lean utile a migliorare dall’interno il processo produttivo perle aziende del territorio.
Se la classe operaia è protagonista di fenomeni di contrazione e disgregazione, chi ha preso il suo posto? Chi ne sono gli eredi operai?
La grande trasformazione del mondo produttivo torinese, che ha dimezzato il suo esercito industriale ed oggi mostra come tre quarti del valore aggiunto provinciale sono creati dai servizi è al centro di questa indagine che considera la composizione sociale del lavoro metropolitano e valura come sta cambiando la “condizione operaia” dei nostri giorni.
La grande trasformazione del mondo produttivo torinese, che ha dimezzato il suo esercito industriale ed oggi mostra come tre quarti del valore aggiunto provinciale sono creati dai servizi è al centro di questa indagine che considera la composizione sociale del lavoro metropolitano e valura come sta cambiando la “condizione operaia” dei nostri giorni.
Dossier di analisi sulle Capitali Europee della Cultura, per comprendere i fattori di successo e le criticità delle precedenti candidature offrendo alla Città di Torino elementi utili alla propria caondidatura 2019.
L’introduzione del WCM nelle fabbriche italiane in una intervista al professor Luciano Pero del Politecnico di Milano, condotta dal giornalista della “Stampa” Alberto Papuzzi.
La ricerca indaga il rapporto tra la città e l’evoluzione dell’arte contemporanea, nel profilo economico e produttivo, per collocare Torino nello scenario internazionale del settore. Attraverso interviste a testimoni privilegiati per stimolare le istituzioni alla formazione di politiche e linee di sviluppo di un’economia delle risorse creative.